sabato 30 agosto 2008

L'ESEMPIO DELL'OCCIDENTE

Torniamo ancora un momento a parlare dei temi di cui avevamo parlato nell'intervento precedente. Si era detto dell'importanza cruciale dell'esempio che viene dato ai cittadini comuni da chi si trova ad occupare posizioni di potere e responsabilità, di quanto questo esempio, buono o cattivo che sia, influenzi in maniera decisiva l'attitudine etica e morale delle popolazioni. Si era detto che chi detiene queste posizioni dovrebbe avere il dovere, o quantomeno la decenza, di dare ai cittadini un esempio degno di essere seguito, affinchè si possa formare una popolazione di persone oneste, capaci e solidali. Estendiamo ora il discorso esaminando cosa accade ai massimi livelli, dove cioè si prendono decisioni destinate ad influire sull'intera umanità.

Secondo la Scienza dello Spirito steineriana, l'evoluzione dell'umanità è scandita da vari cicli ed intercicli, uno dei quali ha una stretta correlazione con il ciclo astronomico della precessione degli equinozi. Questo ciclo è suddiviso in sette periodi, ciascuno dei quali viene dominato da una cultura specifica, che assume quindi la guida dell'umanità sul piano politico, economico e culturale. Abbiamo avuto a suo tempo un'epoca definita paleo-indiana, poi una paleo-persiana (siamo ancora in epoche preistoriche o al limite della preistoria), poi entrando nel periodo storico abbiamo l'epoca egizio-caldaica, quella greco-latina e quella attuale che possiamo definire anglo-sassone, cui ne seguiranno altre due a completare un ciclo di sette periodi culturali. Oggi sono quindi le popolazioni anglo-sassoni a guidare l'evoluzione umana, e questo spiega perchè siano proprio il Nord America e l'Europa, in particolare la Gran Bretagna e la Germania, a dominare il mondo di oggi un po' in tutti i settori, e perchè gli altri popoli tendano a seguire i modelli politici, economici e culturali dalle popolazioni di stirpe anglo-sassone.

Come dicevamo, chi ha l'onore di occupare una posizione di guida e potere dovrebbe anche avere l'onere di farlo nel miglior modo possibile, dando il buon esempio a chi, per karma e destino, si trova a dover seguire in questa epoca storica. Chi detiene il comando dovrebbe quindi riferirsi a valori e ideali superiori cui ispirare la struttura e l'attività delle istituzioni, avere un'attitudine onesta, giusta ed equa sul piano giuridico, e organizzare l'economia sulla base del principio della solidarietà in modo da garantire benessere e sussistenza a tutti. Ora, se guardiamo cosa stanno facendo i grandi leaders del mondo politico-economico euroamericano e lo confrontiamo con i grandi ideali e le migliori attitudini che dovrebbero essere mostrate ad esempio ai popoli, ci pare che il quadro che ne esce non sia davvero dei più confortanti.

Come abbiamo mostrato in altre occasioni su questo spazio, l'Occidente di oggi è dominato da una cultura che di idealistico non ha praticamente nulla essendo tutta orientata alla ricerca spasmodica dell'arricchimento materiale con tutti i mezzi legali e anche illegali possibili, e per di più in un'ottica spiccatamente egoistica anzichè solidale, dove cioè il benessere eventualmente acquisito viene goduto in esclusiva da chi l'ha personalmente ottenuto senza alcuna condivisione. Questo capovolgimento di valori influisce di conseguenza in tutti i settori della società, da quello culturale a quello giudirico, formando un sistema che a parole dovrebbe essere libero, equo e giusto, ma che nei fatti non lo è. In realtà a dominare, anzichè gli ideali di libertà, giustizia e solidarietà, è il principio della convenienza economica, finalizzata all'accumulo esclusivo di beni materiali. Questo è l'esempio che la cultura dominante di oggi sta mostrando al resto del mondo.

Mentre da una parte si sbandierano gli ideali di libertà, democrazia, giustizia e solidarietà, dall'altra si agisce in senso pressochè opposto, formando una realtà dove è invece il principio della convenienza economica a dominare. Questo è risultato evidente in particolare negli ultimi anni in occasione di controversie e conflitti internazionali, dove le forze dell'Occidente hanno predicato in un modo e razzolato in un altro. Un esempio chiaro viene dalla recentissima guerra che ha coinvolto Georgia e Russia a causa dell'indipendenza dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia. Dopo aver appoggiato senza tanti problemi l'indipendenza del Kossovo filo-americano dalla Serbia, infischiandosene del principio che garantisce il rispetto dell'integrità del territorio nazionale, oggi l'Occidente si appella a quel principio per impedire l'indipendenza di Ossezia meridionale e Abkhazia dalla Georgia, per il solo fatto che si tratta di popolazioni filo-russe contrapposte alla filo-occidentale Georgia. Se quello del rispetto dell'integrità territoriale deve essere un valore alto e irrinunciabile, avrebbe dovuto valere anche per la Serbia, che peraltro avrebbe anche buoni motivi storici per rivendicare l'autorità sul Kossovo. Invece, ipocritamente questo principio viene invocato o calpestato a seconda delle convenienze del momento, così come viene invocato o calpestato il diritto all'autodeterminazione dei popoli a seconda se a chiederne il rispetto siano gli amici propri o gli amici degli altri. E che dire dell'integrità territoriale dell'Iraq, invaso dall'esercito anglo-americano con motivazioni palesemente pretestuose in spregio a qualsiasi regola del diritto internazionale? Il diritto è un alto valore oppure carta straccia a seconda delle convenienze, questa è l'idea che l'Occidente sta dicendo al mondo di prendere come esempio.

Ora, dopo l'inevitabile risposta russa all'aggressione georgiana contro l'Ossezia del Sud, l'Occidente vorrebbe infliggere sanzioni alla Russia, rea di aver dato una risposta 'sproporzionata' all'aggressione dell'esercito georgiano. Se la risposta russa è stata sproporzionata, come dovremmo definire l'invasione di due interi Paesi come l'Iraq e l'Afghanistan per dare la caccia a un gruppo di terroristi veri o presunti, autori di un attentato in America sul quale peraltro grava il fondato sospetto dell'inside job? Evidentemente anche il senso delle proporzioni varia a seconda delle convenienze. Quella che si vuole imporre è in realtà la primitiva legge del più forte, la legge della giungla, altro che ideali e valori superiori. Ma l'Occidente secondo noi farebbe bene a non sottovalutare la Russia, che ormai non è più il Paese allo sbando che è stato per qualche tempo dopo il crollo dell'impero sovietico. La Russia di oggi sta riprendendo forma, compattezza, forza e dignità, non le si può più far ingoiare impunemente qualsiasi rospo, e men che meno alle porte di casa sua. Un eventuale conflitto, che sia politico, economico o militare con la Russia, potrebbe anche avere un vincitore a sorpresa. Secondo le profezie di Rudolf Steiner, infatti, la successiva epoca culturale, che sostituirà quella anglo-sassone attuale e dovrebbe essere ispirata a ideali e valori superiori, sarà a guida russo-slava.

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