Ancora una volta è un fatto accaduto in questi giorni a fornirci lo spunto per tornare a parlare di economia, con particolare riferimento all'attuale crisi globale che contiene in sè anche la grande opportunità di operare un radicale cambiamento dell'intero sistema. Il fatto in questione riguarda un'azienda di Sassuolo, cittadina del modenese arcinota per essere la capitale italiana dell'industria delle piastrelle in ceramica. Un'azienda florida e famosa a livello internazionale nel commercio delle piastrelle, è improvvisamente crollata sotto i colpi della crisi, lasciando a casa oltre 700 dipendenti da un giorno all'altro. Se è vero, come si dice, che la crisi deve ancora raggiungere il suo picco, è ipotizzabile che molte altre aziende in Italia e altrove facciano la stessa fine, lasciando senza reddito migliaia di persone.
Gli ammortizzatori sociali nel nostro paese sono quello che sono, sappiamo tutti che sono scarsi e insufficienti, a differenza di quanto accade in paesi europei più avanzati. Fino ad ora il nostro governo ha affrontato la questione in modo a dir poco dilettantesco, attraverso la trovata indecente e umiliante della social card voluta dal ministro Tremonti, una social card che peraltro, come afferma oggi un articolo di Repubblica, in un terzo dei casi pare che non sia stata nemmeno caricata (!), aggiungendo all'umiliazione anche la beffa. La possibile catastrofe sociale incombente potrebbe invece costituire l'occasione giusta per rivedere in modo ben più incisivo il sistema economico attraverso la proposta del reddito di cittadinanza, una forma di reddito-base stabile e indipendente dall'attività lavorativa, cumulabile con i redditi da lavoro e altro, che lo Stato distribuisce a tutti indistintamente per garantire a chiunque sussistenza e il minimo indispensabile. Questo sistema eliminerebbe in un colpo solo la povertà, e garantirebbe a tutti un diritto fondamentale e irrinunciabile, il diritto di esistere. Il reddito di cittadinanza sostituirebbe tutti gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione, l'indennità di disoccupazione, la mobilità e altri simili, ma non i servizi sociali e le pensioni che resterebbero in vigore. La sua applicazione comporterebbe inoltre un'importante riforma anche del sistema fiscale.
Se qualcuno pensa che l'idea del reddito di cittadinanza sia la solita proposta utopistica inventata da qualche idealista lunare, si sbaglia; si tratta invece di un'idea sostenuta da fior di economisti ed esperti con i piedi per terra, che ne affermano la fattibilità cifre alla mano. L'applicazione di questa proposta altamente innovativa comporterebbe una vera rivoluzione a livello sociale e culturale, con l'assai probabile risultato di una società molto più equa e giusta sul piano della distribuzione delle risorse, molto più rilassata e meno conflittuale sul piano dei rapporti tra i diversi settori della società stessa, di un notevole aumento del livello generale di benessere sia interiore che esteriore riducendo radicalmente lo stess da sopravvivenza, da competizione e da conflitto che avvelena la vita di un gran numero di cittadini.
A chi volesse documentarsi a fondo su questa proposta a nostro avviso molto interessante, consigliamo di leggere attentamente le 10 Tesi sul reddito di cittadinanza redatte dal prof. Andrea Fumagalli, docente di Economia Politica presso l'Università di Pavia. In queste Tesi il prof. Fumagalli illustra nei dettagli questa proposta e risponde a tutte le obiezioni che vengono fatte sia da destra che da sinistra. Già, perchè ad osteggiare il reddito di cittadinanza non sono soltanto, com'è ovvio, i sostenitori dell'economia iper-liberista (e iper-ingiusta, aggiungiamo noi) dominante, ma anche una parte della sinistra, per la precisione quella preistorica che non ha più niente di interessante da dire ormai da decenni.
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