Poco tempo fa, parlando della vicenda di Eluana Englaro, avevamo sottolineato la necessità di elaborare una buona legge sul Testamento Biologico che garantisse ad ogni cittadino la libertà di scelta riguardo alle terapie mediche e ai trattamenti di fine vita. Su questi temi delicati infatti esistono posizioni diverse, tutte legittime e meritevoli di essere rispettate, basate sulle convinzioni individuali sul piano etico, morale, religioso ecc. Ognuno deve avere il diritto di decidere cosa fare del proprio corpo e quali terapie accettare o meno, e questo deve essere garantito per legge. Questo è lo spirito con il quale il legislatore dovrebbe elaborare una buona legge sul Testamento Biologico.
Tutto questo però sta cozzando violentemente con la qualità del Parlamento italiano, che, come del resto era facile prevedere, in questi giorni sta praticamente ribaltando lo spirito con il quale si sarebbe dovuto elaborare la legge, finendo per limitare gli spazi di libertà di scelta anzichè ampliarli. Per prima cosa è stata esclusa fin dall'inizio la possibilità di rifiutare l'alimentazione e l'idratazione forzata, rendendola obbligatoria, e questo significa che ognuno di noi, se disgraziatamente dovesse trovarsi nelle stesse condizioni di Eluana Englaro, sarà obbligato a restarci ad oltranza. Poi è stato respinto un emendamento che consentiva di rifiutare eventuali terapie con caratteristiche di accanimento terapeutico. Ma la perla più grossa è arrivata oggi, quando il Senato ha approvato un emendamento che non vincola il medico al rispetto delle disposizioni scritte nel Testamento Biologico.
In sostanza, non solo viene reso pressochè inutile dichiarare cosa si vuole e cosa non si vuole nell'ambito dei trattamenti terapeutici e di fine vita, dato che il medico non è poi tenuto a rispettarlo, ma si rendono obbligatorie alcune pratiche quantomeno discutibili come l'alimentazione e l'idratazione forzata e si rende molto difficile sfuggire all'accanimento terapeutico. Anzichè garantire a tutti che vengano rispettate le proprie legittime convinzioni sul tema, viene di fatto imposta a tutti una visione di parte, inutile dire quale. E non è finita, la legge è ancora in discussione in Parlamento, che quindi ha tempo e spazio per fare ancora di peggio. Piuttosto che una legge del genere, era meglio non avere nessuna legge e affidarsi al buonsenso caso per caso. Che resta da dire? Alcuni pensano che ogni Paese ha la classe politica che si merita, mentre altri pensano che invece i cittadini di un Paese sono sempre migliori della classe politica che li rappresenta. A dirci qual'è la verità sarà il risultato del referendum abrogativo che con tutta probabilità verrà indetto per tentare di rimediare a questo ennesimo pastrocchio all'italiana.
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