mercoledì 16 marzo 2011

IL TERREMOTO IN GIAPPONE ALLA LUCE DELL'ASTROCARTOGRAFIA


Come avevamo anticipato ieri, pubblichiamo oggi un esempio di come funziona l'Astrocartografia, in questo caso in relazione al disastroso terremoto, seguito da tsunami, che ha colpito il Giappone l'11 marzo scorso. Abbiamo più volte sottolineato come le eclissi possano avere un effetto perturbante e destabilizzante, e pertanto è sempre molto utile esaminare la carta astrale del momento in cui si verifica l'eclisse e osservare dove questi effetti destabilizzanti vanno a scaricarsi nelle varie zone del globo terrestre. Secondo gli studi effettuati da diversi astrologi, tali effetti possono manifestarsi in maniera più incisiva e significativa nei luoghi dove in quel momento i pianeti, soprattutto quelli per loro natura più 'critici', vengono a trovarsi in posizione angolare, cioè in prossimità degli assi Ascendente-Discendente e Mediocielo-Fondocielo. La carta astrocartografica traccia quindi delle linee che congiungono i suddetti luoghi, permettendo con un rapido colpo d'occhio di vedere quali sono le zone più a rischio.

Nel caso del violentissimo terremoto accaduto in Giappone, la carta mostra come su quel territorio, nel momento in cui si è formata l'eclisse lunare solstiziale del 21 dicembre scorso, convergessero ben quattro linee altamente critiche, sia per la natura dei pianeti agli angoli che per le configurazioni che quei pianeti formavano l'eclisse, cioè con la posizione della Luna nel momento del suo massimo oscuramento. In particolare, le linee che indicavano la presenza di Urano e Giove al Mediocielo passavano una praticamente sull'epicentro del terremoto, e l'altra sulla zona più colpita dallo tsunami. Una terza linea critica, quella di Marte al Discendente, passava praticamente sulla capitale Tokyo, mentre una quarta (Plutone al Discendente) passava poco lontano da lì. Nella carta dell'eclisse Urano e Giove erano in quadratura all'eclisse, mentre Marte e Plutone erano in opposizione. Come abbiamo più volte sottolineato, le eclissi possono preannunciare eventi che poi si verificano nelle settimane o nei mesi successivi.

L'ipotesi che facciamo è quindi quella di un'eclisse, notevolmente intensa già di suo per essere solstiziale, che in qualche modo prepara il terreno perturbando fortemente le energie astrali, le quali trovano poi sfogo concreto qualche tempo dopo in coincidenza con il formarsi di una configurazione planetaria estremamente forte, come è stato il poderoso ammasso planetario, con lunazione annessa, che ha raccolto ben sette pianeti nell'arco di soli 40 gradi del cerchio zodiacale, con fulcro nel settore centrale dei Pesci, pochi giorni prima del terremoto. Nei prossimi giorni mostreremo un altro esempio, connesso questa volta con le rivolte popolari che hanno interessato alcuni Paesi del Nord Africa. Nell'immagine allegata, la carta astrocartografica dell'eclisse lunare del 21 dicembre 2010. Notare le quattro linee critiche che attraversano il Giappone.

3 commenti:

Lapenna Daniele ha detto...

Ma al nord della Russa, al vertice della curva dove si ammassano una decina di linee che succede???

Gabriele Bertani ha detto...

Un concentramento di linee indica che in quel punto convergono molte energie. Ma perchè in quel punto accada qualcosa di particolare ci devono essere evidentemente delle situazioni predisponenti. Quasi tutti i terremoti importanti avvengono in zone per loro natura ad alto rischio sismico (faglie ecc.), molto difficilmente accadono altrove. Uno tsunami non può avvenire su un mare completamente ghiacciato, un incendio non può scoppiare dove non c'è altro che ghiaccio. Una rivolta popolare in uno sperduto villaggio siberiano di 200 anime non potrà certo rovesciare il governo russo, al massimo rovescierà il sindaco del villaggio. Se molte energie si concentrano dove non vive nessuno o quasi e dove non c'è altro che ghiaccio e neve, difficilmente potrà accadere qualcosa di eclatante. Magari potrebbe esserci qualche evento meteo insolito, ma che coinvolgerà ben poche persone o proprio nessuno. Ben diverso il discorso se le energie convergono su una capitale di Stato con milioni di abitanti, magari in un periodo di forti tensioni sociali, oppure su una zona ad alto rischio sismico ecc.

Lapenna Daniele ha detto...

Quindi è come se si mettessero
tanti fiammiferi, ma senza la scintilla non v'è alcun incendio.

Io lo dico sempre che per cambiare il mondo dobbiamo cambiare noi stessi. La rabbia, l' odio,
l' egoismo distruggono tutto e tutti.
Dovremmo prendere la nostra rabbia,
chiederci a che serve sprecare energia così, ed iniziare ad usare l'energia per altro.

Grazie sei sempre chiaro e conciso e preciso.